
Siamo ormai giunti alla 6° edizione del rapporto OICE sui bandi pubblici in BIM, un momento di confronto e di riflessione annuale sull’andamento della digitalizzazione nel settore delle costruzioni, che si concentra in particolar modo sulle attività delle Stazioni Appaltanti italiane. Noi di ADHOX lo abbiamo letto e analizzato per voi, andando a raccogliere qui alcune riflessioni su come il BIM stia evolvendo nel panorama dei lavori pubblici in Italia.
Rapporto OICE 2022 sulle gare BIM 2022
Certamente il dato più accattivante del report OICE 2022 risulta essere è la percentuale di incidenza dei bandi BIM rispetto all’anno precedente.
Non dobbiamo però lasciarci abbagliare dai grandi numeri. La realtà nascosta è l’inconsistenza in termini qualitativi delle gare che concorrono a nutrire i dati, a causa di differenti fattori che rendono vuoto l’utilizzo della parola “BIM” all’interno dei procedimenti stessi.
In questo articolo andremo quindi ad analizzare alcuni di questi fattori, portando l’attenzione sul piano della qualità dei bandi BIM in contrapposizione ai grandi numeri altisonanti.
La situazione frammentaria della committenza
Il fermo immagine dell’anno 2022 presentato da OICE è, in realtà, un mosaico di tante singolarità differenti che riflette la situazione frammentaria della committenza pubblica italiana. Questa percepisce l’applicazione della metodologia BIM ancora esclusivamente come una prescrizione normativa , tralasciando il carattere profondamente migliorativo e di ottimizzazione dell’intero processo progettuale, realizzativo e manutentivo di un asset.
Nel 2022 la soglia economica discriminante l’obbligatorietà del BIM nei bandi di gara è rimasta invariata rispetto all’anno precedente. Ciò grazie alle modificazioni introdotte dal Decreto Ministeriale 312/2021, il quale ha variato le scadenze per agevolare molte Amministrazioni non ancora preparate all’implementazione del BIM.
Se da un lato lo slittamento delle scadenze ha aiutato Committenti che gestiscono solitamente progetti di minor entità, dall’altro gli investimenti resi possibili dal PNRR hanno alzato gli importi di molti dei lavori sopra alla soglia dell’obbligatorietà, vincolando quelle stesse Stazioni Appaltanti all’uso del BIM, con risultati talvolta incerti.
L’andamento dei Bandi BIM dal 2015 al 2022
Negli ultimi sei anni, i bandi di gara per servizi di architettura e ingegneria hanno subito continue oscillazioni, sia in positivo che in negativo, rimanendo in un intorno che va dai 5330 ai 6000 bandi annuali.
Il dato che risulta maggiormente rilevante però riguarda gli importi.
Tra il 2019 e il 2020 il valore totale dei bandi di gara era triplicato, passando da 1,5 miliardi a quasi 4,5 miliardi, per subire poi un drastico calo nel 2021 (poco più di 2 miliardi). La situazione è tornata ad attestarsi sui 4,5 miliardi nel 2022.
Che il 2021 sia stato un anno anomalo per il settore delle costruzioni è cosa nota, com’è parimenti risaputo che tali anomalie siano state provocate da un insieme di concause differenti. Il dato che però pochi conoscono è che nonostante tutto l’importo dei bandi di gara in BIM emessi aveva comunque registrato un aumento percentuale rispetto l’anno precedente pur essendo inferiori in numero.
La tendenza marcatamente positiva, seppur di carattere altalenante, si è riconfermato nel 2022 con un incremento che vede il raddoppio del numero totale dei bandi BIM rispetto l’anno precedente da 534 a 1003.
Ciò che sorprende notevolmente è l’aumento esponenziale dell’importo cumulativo dei bandi BIM: + 484,3% rispetto all’anno precedente, attestandosi su più di 2 miliardi.
Dal confronto con i dati sul totale dei bandi per S.A.I. emerge che i bandi BIM, seppur essendo “solo” il 18,8% dei bandi emessi, cubano il 47,6% del volume economico totale dei procedimenti.
+87,8% bandi gara BIM rispetto al 2021, molti però senza Capitolato Informativo
Il dato che stupisce negativamente, però, è il numero di bandi BIM emessi in presenza del Capitolato Informativo, la cui percentuale ammonta al solo al 19,9% del numero totale di gare emesse, addirittura riducendosi rispetto all’anno precedente in cui ammontavano al 20,8%.
È assolutamente necessario dar rilevanza all’analisi qualitativa dei bandi BIM portata all’attenzione dal report di OICE. Il dato quantitativo rilevato in termini di numero di gare in BIM è cumulativo di tutti i procedimenti che richiedono metodi e strumenti di modellazione elettronica, ma non sottintende di certo che la totalità dei bandi possa definirsi un vero e proprio procedimento BIM.
Seppure sia in aumento la consapevolezza nei confronti dei benefici portati dall’uso del BIM (a prescindere dal tema dell’obbligatorietà), purtroppo le richieste effettuate dalle Stazioni Appaltanti sono di tipo generico e principalmente riguardano la fase di accesso alla gara o la fase di valutazione delle offerte.
Molto spesso il timore delle Stazioni Appaltanti è quello di vedere procedimenti di gara andare deserti a causa di richieste riguardanti il BIM ritenute troppo esigenti. A fronte di un mercato saturo di lavoro grazie al PNRR, i potenziali affidatari sono inevitabilmente già impegnati su più fronti. Ciò restringe di molto il campo dei progettisti in grado sia di rispettare i requisiti espressi.
Altre problematiche
La corretta implementazione del BIM nei procedimenti pubblici è frenata anche da un ritardo nelle dinamiche che ruotano intorno al completamento degli Adempimenti Preliminari da parte degli Enti Pubblici. Questi prevedono la definizione di piani di formazione del personale, acquisizione di software e hardware e, soprattutto, la redazione di un Atto Organizzativo che descriva (tra le tante componenti richieste) le procedure, le modalità e i requisiti informativi che la Stazione Appaltante ritiene necessari per operare in BIM.
Conclusioni
L’approfondimento di OICE sul piano qualitativo dei bandi BIM ha fatto emergere numerose criticità, tra le quali ne ha censite 3 di fondamentale rilevanza (per le quali ha aperto dei tavoli di discussione):
- Capitolati Informativi,
- costi differenti tra procedure tradizionali e procedure in BIM,
- onorari dei professionisti.
Noi di Adhox continuiamo a farci promotori del #giustoBIM e della redazione di Capitolati Informativi che siano calibrati sulle esigenze di commessa, diffondendo anche tra i professionisti la cultura della metodologia BIM per la facilitazione della partecipazione consapevole ai procedimenti pubblici.
Rimaniamo in attesa di aggiornamenti da parte di OICE sui tavoli di discussione, osservando attentamente i futuri sviluppi anche in relazione all’entrata in vigore, il prossimo 1° Luglio, del nuovo Codice degli Appalti e di come esso modificherà l’adozione operativa del BIM nel settore pubblico.