HBIM – La progettazione BIM per gli edifici storici

In paesi come l’Italia dove il patrimonio storico esistente rappresenta una peculiarità del Bel Paese, risulta fondamentale occuparsi della sua riqualificazione e preservazione nel tempo. Da qui nasce HBIM, ovvero l’esigenza di utilizzare la digitalizzazione applicando il BIM anche agli edifici storici, che, proprio per loro natura, risultano spesso essere il risultato di stratificazioni di fasi evolutive, materiali e modifiche architettoniche susseguite nel corso degli anni.
Tutte queste informazioni sono difficilmente assimilabili attraverso una gestione di tipo tradizionale, che denota un alto rischio di perdita di dati importanti necessari nelle successive fasi di intervento. A questo proposito pensiamo, ad esempio, all’importanza di avere a disposizione la documentazione che potrebbe riguardare la diagnostica di un edificio storico fatta nel corso degli anni, o gli interventi di consolidamento fatti negli anni precedenti e così via.
Inoltre, sempre restando nell’ambito nazionale, gli enti che gestiscono il patrimonio storico-artistico risultano molteplici e diversi uno dall’altro, portando spesso alla frammentazione dell’informazione: pertanto, ogni volta che si devono pianificare interventi su un edificio storico esistente, la maggior parte del tempo iniziale è speso per la ricerca e l’organizzazione di informazioni e dati.
H-BIM – Cosa è il Heritage Building Information Modelling ?
È proprio per far fronte a queste problematiche che è nato l’acronimo “H-BIM”: Historical o Heritage Building Information Modelling, ovvero quel processo applicato ad edifici o monumenti esistenti che mira non solo alla mera restituzione del modello tridimensionale, ma soprattutto alla creazione dei cosiddetti “modelli intelligenti”. Questi ultimi sono ricchi di informazione geometriche e comprensivi dello stato di conservazione dei materiali, in cui tutte le componenti sono oggetti parametrici con una semantica ben definita e capaci di contenere tutte le informazioni storiche derivati da analisi documentali appropriate.
Il termine HBIM venne coniato nel 2009, usato per la prima volta in un articolo scientifico dal professor Maurice Murphy del Dublin Institute of Technology; da allora l’argomento si è sempre più ampliato trovando un notevole riscontro tra i professionisti e accademici del settore.

Gli obiettivi del processo HBIM
L’obiettivo del processo HBIM, quindi, è quello di generare un modello informativo congruente e geometricamente coerente alla realtà, dove sono contenute la maggior parte delle informazioni raccolte fino a quel momento, come se fosse un “catalogo” digitale da poter interrogare in caso di necessità.
Di seguito riassumiamo tutti gli step del processo HBIM:
1 – Acquisizione delle informazioni storico-costruttive del manufatto
Il corretto approccio all’HBIM passa per la ricerca di tutta la documentazione cartacea e digitale disponibile, storica e recente, reperibile presso archivi statali, enti locali, biblioteche e qualsiasi archivio che possa avere informazioni relative la costruzione. Tale azione rappresenta il primo passo nella corretta applicazione del processo, in un’ottica di recupero e restauro coerente con la storia dell’edificio.
2 – Fase di rilievo
Alla base della modellazione per la restituzione grafica deve avvenire necessariamente un rilievo, il quale solitamente viene condotto in maniera digitale attraverso l’utilizzo di strumenti come laser scanner o una macchina fotografica per la fotogrammetria terrestre, che permettono di ottenere la cosiddetta nuvola di punti, cioè un insieme di punti referenziati tra loro nello spazio che contengono informazioni di carattere geometrico (le loro coordinate in un sistema di riferimento noto) e di carattere colorimetrico, in quanto ad ogni punto viene associato un colore relativo ricavato da una foto fatta dallo strumento durante la scansione.
Sarà in questa fase che verranno restituite le informazioni con metodi di acquisizione capaci di mettere a fuoco e descrivere ogni singolo dettaglio in modo efficace e completo.
3 – Creazione dei modelli
Lo step successivo consiste nella creazione del modello utilizzando i consueti Software di Authoring. Tramite la creazione di specifiche librerie di oggetti parametrici viene arricchito il contenuto informativo descritto precedentemente per comporre così il modello BIM completo del manufatto.
Infatti, da una superficie tridimensionale (costituita dalla tessitura di milioni di punti che compongono la nuvola) che raffigura l’opera rilevata, è necessario creare un modello BIM parametrico.
Considerando poi che gli edifici esistenti quasi mai presentano caratteristiche di regolarità e ripetitività, la modellazione di tali manufatti diventa un’operazione alquanto complessa con un notevole dispendio di tempo e risorse.
La modellazione BIM è la fase più delicata e complessa che deve andare di pari passo agli obiettivi BIM precedentemente definiti all’interno di un piano di gestione informativa.
4 – Popolamento delle informazioni documentali all’interno del modello
Il modello HBIM potrà essere ritenuto completo solamente quando saranno in atto le correlazioni all’interno della molteplice mole di dati che permetta all’utente di interrogare il modello dal punto di vista storico documentale, dal punto di vista di elaborazioni grafiche/digitali e nell’esportazione di abachi delle quantità necessarie alla quantificazione di costi o materiali dei relativi interventi.
Di fondamentale importanza, inoltre, è la possibilità di integrare nel tempo le informazioni all’interno del modello, che potranno trovare riscontro per tutto l’arco di vita dell’edificio e che permettano di tenere traccia di qualsiasi intervento o integrazione nel corso degli anni.
5 – Utilizzo dei CDE
L’integrazione delle informazioni relative al modello può essere attuata attraverso l’utilizzo dei CDE (Common Data Environment), i quali consentono di archiviare in un cloud condiviso diversi tipi di documentazione organizzata per apposite directory, delle quali sarà possibile gestire gli accessi a seconda dei ruoli ricoperti.
Una volta collocato il necessario all’interno del CDE, sarà molto più facile la comunicazione tra i diversi attori e la possibilità di perdita di informazioni (se usato nella corretta maniera) è molto limitata a vantaggio della continua presa visione dell’evoluzione progettuale.

L’efficacia dell’HBIM
L’efficacia dell’HBIM viene misurata anche sulla base della facilità di reperimento di informazioni dai diversi professionisti che operano nel settore; inoltre il tutto, se utilizzato nella maniera corretta, potrebbe e dovrebbe trovare applicazione dal punto di vista divulgativo e informativo anche per la cittadinanza appassionata e legata al proprio patrimonio artistico-culturale.
Attualmente l’approccio al HBIM rispetto al solo BIM visto come la creazione di un modello informativo, comporta un investimento e sforzo sia in risorse umane che strumentali molto più ampio.
Questo perché l’adozione del primo comporta una conoscenza dell’edificio o dell’opera in generale molto più approfondita, il che a sua volta implica la necessità di reperimento dati molto più dettagliato e spinto oltre alla restituzione digitale, che dovrà essere notevolmente precisa e non sarà quasi mai uguale nelle sue parti, lasciando minima possibilità di standardizzazione.
Va anche ricordato che l’elevato livello di interoperabilità diventa ancora più importante rispetto al BIM tradizionale dato che è necessario interfacciare un alto numero di software specifici con l’open BIM per la condivisione di tutte le informazioni.

I vantaggi del processo HBIM
Riassumendo, l’utilizzo di un processo HBIM negli interventi sul tessuto edilizio pregresso comporta numerosi vantaggi:
- il percorso obbligato da seguire nell’HBIM comporta una conoscenza molto più approfondita del manufatto data dalla ricerca estensiva della documentazione storica e da una restituzione grafica dettagliata guidata dal rilievo eseguito digitalmente.
- la presenza all’interno di un unico raccoglitore di dati, rappresentato dal modello BIM, di tutte le informazioni relative al manufatto e fruibile da differenti figure professionali, consente di accentrare in un unico ambiente virtuale la traccia di tutte le attività sull’edificio.
- velocizza il reperimento della storia del manufatto sulla base del quale effettuare nuove strategie di intervento.
- la costruzione di un database BIM degli edifici esistenti, storici e non, consente di effettuare in maniera più organica numerose valutazioni di tipo urbanistico e di rilevanza storica, permettendo di calibrare i macro-interventi su scala urbana a partire dalle stratificazioni strutturali ed espansioni volumetriche susseguitesi nel tempo.
Il team di ADHOX grazie all’esperienza maturata in ambito HBIM, è in grado di accompagnare imprese di costruzioni, studi di progettazione, e pubbliche amministrazioni nella formazione, consulenza e supporto nel processo di HBIM in tutte le sue fasi, a partire dal rilievo fino a quella della modellazione informativa. Contatta ora il nostro team di tecnici per saperne di più.
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