“Today every business is a digital business” – Alcuni sintetizzano il paradigma della Digital Transformation con questa frase ad effetto, con cui Accenture ha intitolato un suo report. Essa sottolinea il fatto che oggi viviamo nell’era dell’innovazione digitale, nella quale il cambiamento e l’adozione di nuovi processi e nuove tecnologie sono all’ordine del giorno, e in cui il metodo che abbiamo utilizzato per anni può essere spazzato via e sostituito nell’arco di pochi mesi. Siamo nel bel mezzo della quarta rivoluzione industriale, la cosiddetta Digital Transformation, ed è questa la prospettiva con cui dobbiamo leggere le trasformazioni attorno a noi e guardare al futuro.
È solo una questione di tempo, ma gli effetti di questa rivoluzione industriale, così come è avvenuto per altre tre rivoluzioni precedenti, cambieranno profondamente mercati, ruoli e modo di fare impresa. Mai come in questo periodo di transizione si dividono le strade tra chi riesce a cavalcare l’onda della rivoluzione nel modo corretto forgiando il futuro, e chi invece ne viene travolto, limitandosi a guardare ciò che avviene nel mercato. La sensibilità imprenditoriale in questo può fare la differenza: nella capacità di cogliere il cambiamento immaginando nuovi servizi, prodotti, innovando il proprio modello di Business.
Secondo Michael Porter, professore della Harvard Business School, le imprese possono conseguire un vantaggio competitivo nel proprio mercato di riferimento solo innovando sulla base di tre strategie, ciascuna delle quali implementa l’approccio top-down in modo diverso. Si riassumono qui di seguito:
- Le aziende sono esortate a differenziare le proprie offerte di mercato dotandosi di caratteristiche speciali che giustificano un prezzo superiore a quello di mercato (premium price).
- Ottimizzare le efficienze produttive e vendere a un prezzo inferiore a quello dei concorrenti.
- Una variante delle prime due: servire un solo segmento del mercato ma molto, molto bene.
L’economia mondiale degli ultimi anni è sempre più tecnologica e globalizzata. Questa trasformazione si riflette nella classifica delle 10 Società per capitalizzazione a livello mondiale elaborata in un interessante articolo del Sole 24 Ore (https://lab24.ilsole24ore.com/aziende-top/), che rispecchia l’evoluzione economica mondiale da una parte, dall’altra la radicale trasformazione delle abitudini di consumo per effetto del crescente peso della tecnologia.
1994 – Classifica delle TOP 10 società per capitalizzazione nel mondo
Nel 1994 solo un’azienda tecnologica (IBM) compariva nella top 10 società quotate a livello mondiale; la classifica era dominata dai settori dalle telecomunicazioni (Nippon Telephone), della grande industria (General Electric), dalla sanità (Merck e Roche) e dai beni di largo consumo (Altria e Walmart). Oggi gli equilibri sono totalmente cambiati.
2018 – Classifica delle TOP 10 società per capitalizzazione nel mondo nel 2018
La diffusione di internet, l’esplosione di Google e dei social media e la trasformazione dell’e-commerce da mercato di nicchia a fenomeno di massa ha portato Apple, Alphabet (google), Amazon e Facebook a scalare posizioni su posizioni in brevissimo tempo nella top10.
La capitalizzazione dei questi colossi è cresciuta a dismisura arrivando a superare (è il caso di Apple e di Microsoft) la soglia di mille miliardi di dollari. Lo scorso anno, nel 2020, la classifica è variata ulteriormente e Amazon, grazie ai diversi settori in cui opera (e-commerce, Web Services, Studios), è arrivata a dominare la classifica, scalando i colossi tecnologici grazie al digitale, motore portante del proprio Business.
E il settore delle costruzioni? Le imprese, nel tempo, come hanno recepito l’innovazione tecnologica?
Come abbiamo visto, l’innovazione digitale avvenuta negli ultimi 20 anni a livello mondiale ha radicalmente cambiato il modo di lavorare ed ha avuto un forte impatto sui modelli di Business delle organizzazioni; uno dei settori che però non ha reagito a questo cambiamento è proprio quello delle costruzioni, radicato com’è nei suoi principi e nelle sue modalità di lavoro. Il rapporto Reinventing Construction del McKinsey Global Institute (MGI’s), pubblicato a febbraio 2017, ha rilevato che il settore ha un problema di produttività che si trascina da ormai molti anni. Mentre altri settori come il retail e il manufacturing si sono reinventati, l’edilizia sembra bloccata in una distorsione temporale. La crescita della produttività del lavoro globale nell’edilizia è stata in media solo dell’1% all’anno negli ultimi due decenni, rispetto alla crescita del 2,8% per l’economia mondiale totale e del 3,6% nel settore manifatturiero.
Se la produttività del settore delle costruzioni dovesse raggiungere quella dell’economia totale – e può farlo – ciò aumenterebbe il valore aggiunto del settore di circa 1,6 trilioni di dollari, aggiungendo circa il 2% all’economia globale, o l’equivalente per soddisfare circa la metà delle necessità di infrastrutture nel mondo.
Negli ultimi anni però, grazie alla spinta tecnologica, sembra che anche il nostro settore veda uno spiraglio di luce, ma molti approcci discussi nel tempo devono ancora essere adottati su una scala necessaria per trasformare radicalmente il settore. Ora, grazie alla spinta, a volte imposta dagli obblighi di legge, abbiamo finalmente davanti un’evoluzione che spronerà le organizzazioni e le Pubbliche Amministrazioni a cambiare. Il BIM – Building Information Modeling (BIM) – non è altro che un tassello della grande evoluzione che dovrà avvenire alla base delle organizzazioni. Oggi, infatti, la trasformazione non riguarda solo gli strumenti di rappresentazione, come avvenne nel passaggio dal disegno manuale al Cad, ma è principalmente culturale e riguarda tutti i processi di progettazione, di gestione e fruizione dell’edificio e della città, anche grazie al supporto di software BIM. Lavorare in BIM vuole dire per un’azienda modificare in parte il proprio modello di Business, innovando le varie funzioni che ne fanno parte (Ufficio gare, acquisti, IT, Sales).
Nel libro dal titolo “BIG BANG DISRUPTION”, dal payoff eloquente “A new kind of innovator can wipe out incumbents in a flash”, un nuovo tipo di innovatori possono spazzare via le imprese tradizionali in un attimo: gli autori Downes e Nunes citano molti esempi di come la digitalizzazione abbia cambiato radicalmente le aziende in varie industrie, e di come il rinnovamento dei modelli di Business da parte delle organizzazioni sia fondamentale per creare un vantaggio competitivo.
Noi di ADHOX abbiamo creato una realtà a supporto dell’innovazione tecnologica e del BIM in Italia: abbiamo, cioè, trasportato il paradigma descritto nel libro nel settore delle costruzioni. Le prossime pubblicazioni costituiranno una serie intitolata BIG BANG BIM – l’era dell’innovazione BIM – in cui tratteremo vari argomenti con l’obiettivo di gestire al meglio l’innovazione e il cambiamento che sta avvenendo, in modo efficiente e produttivo.
Fonti:
Downes, L., & Nunes, P. (2014). Big Bang Disruption: Strategy in the Age of Devastating Innovation. Penguin.
Il Sole 24 Ore (2019). Le prime 10 aziende al mondo negli ultimi 25 anni
https://lab24.ilsole24ore.com/aziende-top/
Mckinley (2018). Reinventing Construction del McKinsey Global Institute
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